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Web reporting: cos’è e come implementarlo

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Made e Spazio Impresa si sono fatti spesso promotori di articoli focalizzati sull’importanza degli obiettivi aziendali, un’attività strategica sia a livello economico/finanziario (fatturato, flussi di cassa, dinamiche di vendita, ecc.) che per le attività di comunicazione sul web.
Su quest’ultimo segmento di pari passo con lo sviluppo di internet come strumento di vendita e comunicazione sono nati tanti strumenti, sia gratuiti che a pagamento, di web reporting. Noi ne segnaliamo uno, nato in casa Google, che rappresenta un sistema free molto interessante. Google Analitics, questo il nome del sistema di web reporting offerto dal colosso dei motori di ricerca, consente di reperire innumerevoli dati per compiere un’attenta analisi delle performance del vostro sito web. Proviamo a spiegare in sintesi cosa consiste questo strumento di analisi.

Cos’è Analytics: è uno strumento creato da Google e messo a disposizione degli utenti per misurare i risultati e le perfomances di un sito web.

Come funziona: al momento dell’iscrizione del servizio viene attivato un account e fornito un codice html che l’utente deve aver cura di inserire in ognuna delle pagine interne del sito. Dal quel momento parte la rilevazione che consente di misurare tutto quello che un utente compie visitando un sito: quali pagine visiona, quanto tempo vi resta, quante volte vi torna, da dove proviene, tramite quali parole chiave è entrato, e molto altro ancora.

Le principali variabili analizzate: Google Analitics è uno strumento molto ricco che può essere utilizzato per analizzare diverse variabili sensibili. Le principali sono:
1. Numero di Pagine Viste: individua in un arco temporale pre-definito il numero di volte in cui le singole pagine di un sito web sono state cliccate.
2. Numero di Visitatori: indica il numero di utenti che fanno visita ad un determinato sito web.
3. Pagine viste per visitatore: definiscono quante pagine viste sono cliccate daogni singolo visitatore. Più è alto il numero di pagine viste per visitatore più i contenuti si presentano allettanti con una buona navigabilità interna al sito.
4. Rapporto tra nuovi e vecchi visitatori: indica per visitatori e pagine viste la distribuzione percentuale tra nuovi e vecchi utenti.
5. Analisi contenuti: è possibile verificare quali temi, argomenti, sono più ricercati e letti dai visitatori.
6. Tempo di presenza: indica quanto tempo viene impiagato su ciascuna pagina. Tempi più lunghi sono sinonimo di maggiori interesse.
7. Browser dei visitatori: è un indicatore molto tecnico che misura se gli utenti di un sito vi accedono tramite Microsoft Explorer, Google Chrome, Safari o Firefox.
8. Frequenza di Rimbalzo e pagine di uscita: stabilisce quali sono le pagine di uscita di un utente dal sito e quanto si sposta da una pagina all’altra.
9. Provenienza dei visitatori: indica siti, motori di ricerca, campagne pubblicitarie on line dalle quali provengono gli accessi ad un sito internet.

Abbiamo chiesto a Stefano Mastrangelo, consulente Made di parlarci di web, web reporting e campagne on line in base alla sua diretta esperienza.

Internet e la crisi. Come e quanto cresce l’attenzione degli imprenditori verso il web secondo la sua esperienza?
Made è una società di Temporary Management che ha nel suo portafoglio clienti sia piccole che grandi realtà imprenditoriali. Per tutte loro Internet in questo momento costituisce uno strumento strategico di crescita del business. Le attività sul web hanno l’indiscutibile vantaggio di essere monitorate e misurate in tempo reale. Per ogni campagna o investimento si possono quantificare con precisione accessi, pagine viste, tempo di permanenza, ecc. Nessun media tradizionale è in grado di fornire ad un inserzionista pubblicitario informazioni così precise, strategiche e rapide. Internet, inoltre, consente di compiere investimenti contenuti e i nostri clienti dimostrano di apprezzare molto questo aspetto.

Il web reporting richiede strategia e costanza. Concorda?
Assolutamente si. Faccio una breve premessa: una raccolta di dati non serve a nulla se, da quei dati, non si riescono ad estrapolare informazioni utili ai propri scopi. I sistemi di web reporting forniscono una enorme mole di informazioni che bisogna tradurre in indicazioni di business. Suggerirei di impostare una struttura nella quale individuare prima tutti i pochi e semplici dati da monitorare, compiendo delle analisi periodiche (mensili o quindicinali) che consentano di valutare l’evoluzione di un sito web.

Quali ritiene siano i principali vantaggi del web reporting?
Ne menzionerei almeno due molto importanti
1. valutare l’andamento di un sito;
2. conoscere meglio i propri utenti, attraverso uno studio del loro comportamento di navigazione.
Naturalmente queste indicazioni possono orientare le scelte di investimento sul web. Non tralascerei un altro importante aspetto, a differenza degli investimenti su altri media quelli sul web possono essere valutati in tempo reale. E’ il caso ad esempio di investimenti in campagne di searching engine (acquisto di parole chiave sui motori di ricerca). Quotidianamente si può conoscere la variazione del traffico e, dunque, quanto la campagna sia efficace proprio attraverso questi sistemi di rilevazione statistica online.

E quelli di Goole Analitycs?
Analytics è uno strumento che, come nella migliore delle tradizioni Google, si contraddistingue per la facilità di utilizzo e la ricchezza di contenuti. Utilizziamo costantemente questo strumento che ci permette di aiutare i nostri clienti a monitorare siti web rispondenti alle esigenze ed ai gusti del proprio target.

Campagne pubblicitarie online e reporting: quale integrazione?
Google ha sviluppato uno strumento di promozione on line, Google Adwords, che si integra perfettamente con Analytics. In questo modo è possibile sviluppare delle campagne e seguirne costantemente i risultati, con il vantaggio di pagare in base ai click ricevuti.

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