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Il Digitale aiuta a ridurre i costi di gestione dei conti correnti

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L’economia digitale supporta sempre più i clienti finali e contribuisce ad abbattere i costi di gestione dei conti correnti. Chi utilizza il web ed il telefono piuttosto che lo sportello, infatti, può arrivare a risparmiare fino al 27%. 

Il Digitale aiuta a ridurre i costi di gestione dei conti correnti

E’ questo prima max uno dei dato più interessanti emersi in una recente indagine condotta da Corriere Economia realizzata prendendo in esame i depositi offerti da 7 importanti istituti di credito (Unicretid, Intesa Sanpaolo, Mps, Bnl, Bmp, Ubi, Banco Popolare).
In particolare, la tariffa riconosciuta alle banche che è in media di € 101,25 per chi si reca allo sportello testomix dei conti meno cari, grazie ad internet può scendere a € 73,53. 
Naturalmente le condizioni sul web sono diverse ed a soffrire maggiormente sono i rendimenti offerti via web, pressocché vicini allo 0%.
Il massimo risparmio si ottiene sul web, dove le spese si riducono di un decimo circa. Nel caso di Poste Italiane (www.poste.it), il conto online Bancoposta Click, propone condizioni favorevoli sia in termini di costi, € 8,75 l’euro l’anno per famiglie a bassa operatività, che di rendimento con un tasso del 2% fino a fine anno.
Nella classifica de Il Corriere Economia dei conti correnti più convenienti in termini di costi di gestione primeggiano le banche online.
Per orientarsi nella giungla delle offerte bancarie quest’anno il consumatore ha anche uno strumento in più. E’ l’ISC, il nuovo indicatore bancario, che viene comunicato dai propri istituti bancari obbligatoriamente alle clientela, secondo quanto stabilito dalla Banca d’Italia (www.bancaditalia.it).
L’ISC indica il costo medio annuo pagato dai clienti alle proprie banche, per la gestione del proprio conto. Questo valore consente di confrontare le diverse proposte bancarie, collegandosi al sito Patti Chiari (www.pattichiari.it). Chi ritiene che i costi sostenuti siano eccessivi può decidere di rivolgersi presso un nuovo istituto o di rinegoziare le condizioni contrattuali.

Le strade per risparmiare sono essenzialmente Due 

1.SCEGLIERE UNA BANCA VIA WEB. Le proposte bancarie degli istituti di credito che operano solo via internet, secondo una recente indagine del Corriere Economia, che ha preso in esame 6 importanti operatori (Che banca! Webank, Fineco, Ing, Berclays, Iwbank) il costo medio di un conto online è di soli € 11,05 contro i € 101,00 versati per i migliori conti delle maggiori banche tradizionali

Per Webank e Ing le spese sono addirittura pari a zero. Il costo varia in base alla tiiologia di cliente: i pensionati a bassa operatività, ad esempio, spendono in media € 5,27 l’anno, le famiglie con media € 8,62 e i giovani € 12,54.

Ma attenzione ai rendimenti che, sul web, sono minimi: si va dallo 0% proposto da Webank e Ingdirect allo 0,55% di Fineco ad alcune offerte a tempo, come quella di Batclays, che ha appena lanciato 3%Plus, riconoscendo un tasso attivo del 2% standard fino al dicembre 2013.

2.OPERARE SUL WEB ANCHE PER BANCHE TRADIZIONALI. Da un’analisi dell’ISC standard di 98 conti correnti di banche affiliate a Patti Chiari emerge che Websella.it di Banca Sella è il conto più conveniente con un costo annuo di € 45,00, utilizzabile sia online che off.

Seguono nella classifica Premiacontoplus (Banco Popolare) con € 45,36 e Semprepiù Risparmio (Popolare di Vicenza) con € 52,68. Nei conti “low cost” il costo è calcolato anche in base all’utilizzo, con formule personalizzate sempre meno raffrontabili (es. “paghi quello che usi” del conto Up di Banca Generali). Da segnalare le proposte delle banche territoriali, locali, popolari o del credito cooperativo spesso molto competitive.

Il 2011 per le banche si annuncia ancora un anno difficile. L’obiettivo principale è fidelizzare la propria clientela evitando fenomeni di diaspora: le strategie messe in campo sono orientate ad incrementare i servizi associati al conto corrente. L’era del “vieni che ti remunero” con rendimenti elevati sta lasciando il passo a quella del “vieni che ti do tutto”.

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