Il mercato Mobile & Wireless Business italiano secondo il Rapporto dell'Osservatorio Mobile & Wireless Business, promosso da Assinform e dalla School of Management del Politecnico di Milano nel 2008 è stato di 3.540 milioni di euro. Oltre il 70% è rappresentato dalla vendita di hardware, la connettività pesa per il 17%, mentre meno del 10% è il valore delle soluzioni, dei servizi e delle applicazioni.
"Il dato più rilevante che emerge dall’ Osservatorio – commenta Federico Barilli, direttore di Assinform – è l'elevato ritmo di crescita del comparto, pari a 17 %, in controtendenza con quanto emerso dall'intero settore ICT, che nel 2008 ha registrato una stagnazione con un tasso che non ha superato lo 0,1%.” I fattori che hanno determinato la crescita sono stati essenzialmente 3:
1. la crescita della connettività dati di tipo Business, per oltre 100 milioni di Euro sia tra il 2006 e il 2007, sia tra il 2007 e il 2008
2. la vendita di Smartphone ad uso business pari a +20% tra il 2006 e il 2007 e del 13% tra il 2007 e il 2008, essenzialmente a seguito della crescente diffusione, in ambito aziendale, di device mobili evoluti come iPhone e BlackBerry;
3. la continua crescita del mercato dei Notebook business, che rappresentano circa il 56% del valore totale dell'hardware Mobile & Wireless Business ed il 40% del mercato complessivo, sia nel 2007 sia nel 2008.
La ricerca Assinform ha analizzato 25 casi aziendali appartenenti ai principali ambiti applicativi – Sales Force Automation, Wireless Operations, Field Force Automation, Asset Management, Warehouse & Stock Management, Customer Relationship Management, Mobile & Wireless Office e Fleet Management – nei principali settori – Manufacturing, Retail e Servizi per valutare gli impatti delle applicazioni sui processi, identificate le principali fonti di beneficio e quantificati gli indicatori di redditività.
I risultati emersi sono stati abbastanza inattesi: “il tempo di rientro dell'investimento risulta particolarmente breve: nella maggioranza dei casi analizzati (18 su 25) inferiore a due anni e in 12 casi addirittura inferiore a 1 solo anno. L'indice di profittabilità dell'investimento (il valore generato dal progetto è superiore a 5 volte l'investimento iniziale) è risultato sempre molto alto: in 19 casi è stato superiore a 2 (cioè, il valore generato dal progetto è più che doppio rispetto all'investimento iniziale) e in 11 casi superiore a 5 (il valore generato dal progetto e' superiore a 5 volte l'investimento iniziale). In taluni casi, inoltre, l'indice di profittabilità ha raggiunto valori pari a 20, 54 e anche 76 volte l'investimento iniziale”.
La dimensione dei progetti – l'analisi ha messo in luce l’esistenza di numerosi progetti ''piccoli'' aventi un investimento inferiore a 50.000 eurocon straordinari indicatori di redditività (Profitability Index superiori a 10 volte l'investimento in 5 anni). I tanti progetti “piccoli” non richiedono significative modifiche al portafoglio applicativo, al contrario di quelli più grandi ed ambiziosi che toccano in profondità i processi aziendali e richiedono di ridisegnare coerentemente gli applicativi. Il valore delle soluzioni Mobile & Wireless si dispiega più potentemente nei progetti più grandi, in termini di numero delle funzioni coinvolte (impatto organizzativo), e della profondità di impatto cha ha l'applicazione sui processi (impatto sui processi). "In particolare, al crescere dell'impatto organizzativo e sui processi, crescono i benefici tangibili, connessi ad esempio alla riduzione dei costi di interfaccia tra le diverse attività, al miglioramento dell'accuratezza dell'intero processo, alla riduzione del lead time – rimarca la ricerca -. Questi elementi risultano naturalmente meno significativi nell'ambito di progetti "locali", con impatti organizzativi e sui processi più limitati".
Chi promuove il progetto – in 6 casi su 10 lo sponsor è stato il manager di linea e solo nei restanti 4 casi il Cio. I progetti analizzati nel corso della Ricerca sono stati sviluppati, in quasi il 60% dei casi (15 casi), a partire da iniziative dirette del Vertice o dei Responsabili (C-Level) delle funzioni che hanno poi realmente adottato l'applicazione; nel 40% dei casi (10 casi), invece, lo stimolo al cambiamento è stato introdotto e portato avanti direttamente dal Responsabile dei Sistemi Informativi/CIO.
Fattori di successo – un elemento indiscutibile per il successo di un progetto Mobile & Wireless è costituito dal modo in cui il commitment viene trasferito, nell'organizzazione, tra CIO e C-Level, fino all'utente finale. La condivisone degli obiettivi consente di sviluppare progetti dal profondo impatto organizzativo, che consentono agli attori in gioco, C-Level e CIO, di operare come "partner di business". In questi casi, i progetti assumono il ruolo di vere e proprie leve di re-ingegnerizzazione dei processi. Il CIO può giocare un ruolo rilevante nel processo di adozione, in alcuni casi innescando proattivamente i progetti, in altri assumendo un atteggiamento reattivo se non inerziale o addirittura contrario.
L’accettazione delle soluzioni Mobile & Wireless da parte degli utenti risulta mediamente elevato. Secondo Alessandro Perego, responsabile Scientifico Osservatorio Mobile & Wireless della School of Management del Politecnico di Milano “un simile livello di accettazione dipende molto dalle iniziative di coinvolgimento e supporto al cambiamento adottate. Focus group con gli utenti, team di sviluppo compartecipati, progetti pilota e test, attenta formazione sono solo alcune delle iniziative che abbiamo riscontrato nei progetti di successo. Il coinvolgimento degli utenti, fin dalle fasi iniziali del processo di adozione, impatta positivamente sul grado di accettazione di queste soluzioni. Occorre in primo luogo trasferire il commitment condividendo le motivazioni che hanno spinto all'adozione della soluzione e poi pianificare un efficace processo di formazione. In questo modo, nei migliori casi esaminati, si è riusciti a far percepire agli utenti le soluzioni Mobile & Wireless Business come utili e innovativi strumenti per il miglioramento del proprio lavoro”.