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Occupazione, ancora un trimestre nero

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Nell’ultimo trimestre si verificherà un’ulteriore perdita di posti di lavoro. E saranno ben 64 mila persone a restare senza un lavoro secondo la rilevazione trimestrale condotta da Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro sui programmi occupazionali delle imprese italiane con dipendenti.

Alle 94mila entrate previste corrisponderanno 158mila uscite, di cui il 57% per scadenza di contratto, il 6,7% per pensionamento e il 36% per dimissioni ed altri motivi. A pagare maggiormente sarà il comparto turistico, nel quale stanno avvicinandosi alla scadenza i rapporti di lavoro di oltre 40mila profili operai e non qualificati, in maggioranza con contratti a termine a carattere stagionale.

Il 46% delle assunzioni previste riguarderà persone diplomate e per il 15% laureati. La richiesta di laureati e diplomati potrebbe far sì che il bilancio di fine anno risulti in crescita per le professioni più qualificate a carattere scientifico e tecnico.

A un terzo dei nuovi assunti verrà proposto un contratto a tempo indeterminato.

IN FORTE CALO IL SUD – al Mezzogiorno il triste primato dell maggior saldo negativo (-28mila), che risulta da un numero di ingressi entrate (oltre 22mila) molto al di sotto delle uscite (oltre 50mila) previste. Le maggiori difficoltà si concentreranno nell’industria e servizi. Dal Commercio, al contrario, ci si attende un incremento dei posti di lavoro. Negativo è anche il saldo del Centro Italia (-24.600 il saldo finale). Decisamente migliori sono le stime per il Nord Italia: nel Nord-Est si dovrebbe registrare il maggior numero di assunzioni (34.700) con un saldo a fine trimestre di -6.500 unità, grazie a una sensibile ripresa del settore “Altri servizi” (+4.900 il saldo in quest’ambito). Nel Nord-Ovest sono previste 27mila uscite superiori di “sole” 5mila unità alle entrate attese. Solo in queste regioni, inoltre, l’industria prevede di accrescere la propria base occupazionale.

IN DIFFICOLTA’ PICCOLE IMPRESE ED INDUSTRIA – proseguono le difficoltà delle aziende fino a 9 dipendenti, dove sono previste oltre 50 mila assunzioni e 95mila uscite, con un saldo negativo di 44mila posti di lavoro. Minori sono le riduzioni occupazionali previste nelle imprese più grandi. Il saldo peggiore si registra negli Altri servizi (-23.800), una flessione occupazionale dettata essenzialmente dall’andamento delle imprese degli Alberghi, ristoranti e servizi turistici, che entro fine 2010 prevedono di assumere quasi 8mila unità e di farne uscire 43mila. In questo settore cresce il segmento dei Servizi informatici (+1.000), Servizi avanzati (+1.400) e, soprattutto, della Sanità, istruzione, servizi ricreativi e culturali (+16mila).
Ben 22.500 posti di lavoro saranno persi, invece, nelle Costruzioni (3.200 le entrate nel trimestre a fronte di 25.700 uscite), contro il -12.400 dell’Industria, al cui interno il settore che dovrebbe ridurre maggiormente il personale è quello alimentare (-5mila il saldo), seguito da quello delle Altre industrie manifatturiere (-2.700) e dal Tessile e abbigliamento (-1.800). Previsioni di espansione dell’occupazione interessano le Industrie elettriche ed elettroniche (+500 il saldo previsto per i mesi finali di quest’anno). Infine, dovrebbe ammontare a -5.500 unità il calo di personale del settore commerciale, soprattutto all’ingrosso e di autoveicoli (-4.400).

LE PROFESSIONI QUALIFICATE TENGONO MEGLIO – i più penalizzati in questa fase saranno gli operai ed il personale non qualificato (-74.500 il saldo negativo). Per quadri, figure impiegatizie e tecniche si prevede un incremento (quasi 10mila persone in più il saldo atteso nel trimestre), con una contrazione nell’industria (-4.500 il saldo) compensata dall’incremento previsto dalle imprese degli Altri servizi (+15.300). Delle 93.800 entrate previste, il 46% delle assunzioni totali, dovrebbe riguardare i diplomati, soprattutto nel settore delle Costruzioni e nelle aziende commerciali.
Il 15,5% delle nuove assunzioni dovrebbe interessare laureati, molto richiesti dalle industrie chimiche, farmaceutiche, della gomma e plastica, dalle imprese del Credito, assicurazioni e servizi finanziari, da quelle dei Servizi informatici e delle Tlc e dei Servizi avanzati alle imprese.

«Le imprese italiane stanno reagendo alla congiuntura puntando sulla qualità e sull'innovazione – spiega il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello –: l'alta percentuale di assunzioni previste è di personale qualificato sia per il titolo di studio, sia per l'inquadramento professionale. Le nostre imprese stanno investendo sulle risorse umane».


In termini generali, le imprese puntano sempre più puntando all’assunzione di risorse qualificate, come dimostrano i saldi, quasi tutti positivi delle figure dirigenziali e specialistiche (4.300 in più nel trimestre, grazie a quasi 8.000 assunzioni complessive previste). L’ampliamento della base occupazionale riguarderà soprattutto gli Insegnanti e gli altri tecnici dei servizi alle persone (+5.900 il saldo rispetto alle uscite), tecnici paramedici ed operatori sanitari (+1.300), i Tecnici amministrativi e finanziari, cassieri e sportellisti (+1.000), i Tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione commerciale (+700), gli Addetti all’accoglienza, all’informazione e all’assistenza alla clientela (+900). In calo invece dovrebbero essere i saldi delle altre professioni, alcuni dei quali, con valori assoluti di entrate previste consistenti: Cuochi e camerieri (-27mila), Operai specializzati e conduttori di impianti (-27 mila circa), Commessi ed altro personale di vendita delle attività commerciali (-4.300).

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