Home Strategia di impresa Negli Eco Point, prodotti sfusi in nome dell’ambiente

Negli Eco Point, prodotti sfusi in nome dell’ambiente

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Si tratta di una nuova formula distributiva lanciata di recente e destinata probabilmente a rivoluzionare le logiche della distribuzione organizzata.

Nato in un contesto sempre più attento alla responsabilità etica, ambientale e sociale delle imprese che operano in un dato territorio, l’Eco Point Crai rappresenta la prima applicazione del progetto “Distribuzione Compatibile”, studiato da PLEF (www.plef.org). Si riconosce alla distribuzione un ruolo fondamentale nella diffusione di un atteggiamento eco-compatibile, attraverso l’applicazione di metodi che riducono gli sprechi energetici e materiali. Il progetto rientra in una stretgia più ampia messa in campo dalla società Crai che è impegnata oggi anche nello sviluppo di prodotti equo-solidali del circuito Transfair distribuiti con marchio privato Crai.

La vera novità proposta all'interno degli Eco Point è la possibilità di acquistare sfusi prodotti che normalmente vengono acquistati richiusi in confezioni sigillate. E’ il caso, ad esempio, di prodotti di uso comune, quali caffè, cereali, pasta, riso, caramelle, legumi, spezie, frutta secca.

La vendita sfusa dei prodotti consente di ridurre sensibilmente l’impatto ambientale generato (in Italia vengono prodotti circa 11 milioni di tonnellate di imballaggi destinati in gran parte a trasformarsi in rifiuti) oltre ad un rilevante risparmio economico per i clienti.

Due ragioni a cui i consumatori sono molto sensibili. Il Responsabile vendite della Smile, Vittorino Bozzato racconta i risultati raggiunti con l’apertura di un Eco-Point a San Donà di Pieve: «siamo stati tra i primi ad adottare questa nuova forma distributiva. Quando a giugno è stato aperto il supermercato di San Donà, Crai ci ha proposto di sposare l’iniziativa. E noi abbiamo aderito di buon grado, perché volevamo offrire al consumatore qualcosa di nuovo, che non c’era in tutti gli altri supermercati della zona». Collocato vicino all’ingresso del punto vendita, l’EcoPoint è lungo circa tre metri e mezzo. Una sorta di enorme «giocattolo», munito di leve che permettono l’erogazione del prodotto contenuto in recipienti perfettamente igienici.

Il cliente riempie il sacchetto e poi lo pesa sulla bilancia, proprio come avviene da tempo con la frutta. In questa maniera viene eliminato il «packaging», ovvero la confezione, con enormi benefici per l’ambiente e per i clienti. Basti pensare che in poco meno di un anno, gli 11 EcoPoint funzionanti hanno permesso di risparmiare 750 mila confezioni. Sono anche stati abbattuti i prezzi finali, visto che l’imballaggio è una delle voci che più incide sul pricing del prodotto. Secondo i dati forniti da Crai e Legambiente, si va da un risparmio minimo di circa il 5% sulla pasta fino all’ 80% sulle spezie. Un chilo di penne può costare anche 15 centesimi in meno. Per l’acquisto dei cereali per la colazione si può sfiorare il risparmio di un euro.

«Ma non è solo una questione di costi ridotti – assicura Bozzato – Il cliente sceglie l’EcoPoint perché ti consente di portare a casa meno cartone e materiale, che poi è faticoso smaltire. E, poi, oggi il self service è una forma di vendita che piace sempre più. Il consumatore vuole poter scegliere da solo il suo prodotto».

Nei primi 6 mesi di apertura continua Bozzato «per alcuni prodotti abbiamo visto che c’è stata un’ottima risposta. Vanno molto bene le vendite di caffè, prodotti per la prima colazione, alcune varietà di legumi e, soprattutto, le caramelle, perché il cliente può selezionare i gusti che più gli piacciono. Non c’è stata invece la stessa risposta per la pasta. Forse per questa c’è bisogno ancora di un po’ di tempo».

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