L'attuazione del programma di Lisbona richiede in primo luogo la formazione di una nuova generazione imprenditoriale europea di grande qualità. Ma l'imprenditorialità si insegna o è il riflesso di attitudini individuali innate?
Ja-Ye (Junior achievement-Young enterprising) Europe, rete pan-europea che intende introdurre i giovani alla cultura d'impresa, all'imprenditorialità e all'alfabetizzazione economica ha commissionato una ricerca, Enterprise 2010, per comprendere gli atteggiamenti e le aspettative dei giovani nei confronti della cultura d'impresa e dell'imprenditorialità. La ricerca – condotta dall'Eastern Norway Research Institute su 10.434 giovani della fascia d'età 15-20 (il 65% dei quali partecipanti ai programmi Ja-Ye) e provenienti da 25 Paesi (inclusa l'Italia) – aveva 3 obiettivi:
1. verificare gli effetti dei programmi di Ja-Ye sull'atteggiamento nei confronti dell'impresa e dell'imprenditorialità;
2. individuare analogie e differenze significative tra i vari Paesi europei;
3. verificare opportunità e sfide che secondo i giovani caratterizzano l'attuale scenario europeo.
I Paesi partecipanti sono stati suddivisi in tre aree:
– Paesi dell'Europa dei 15 o aderenti all'area economica europea (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Norvegia, Regno Unito, Svezia, Svizzera) Paesi "nuovi membri" dell'Unione europea (Cechia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria)
– Paesi dell'Europa dell'Est e dell'area balcanica (Armenia, Albania, Bulgaria, Macedonia, Moldova, Romania, Serbia-Montenegro).
Dalla ricerca è emerso che la nuova generazione presenta un atteggiamento positivo e relativamente maturo nei confronti della cultura d'impresa e dell'imprenditorialità. Il 54% del campione ritiene gli imprenditori dei problem solvers. L’imprenditorialità è associata al desiderio di autorealizzazione professionale e di indipendenza per più dell'80% e può essere imparata per il 62% degli intervistati. Un'analoga percentuale ritiene che non sia facile creare una nuova impresa nel proprio Paese, ma il 49% confida nelle proprie capacità di dare vita a una nuova impresa. Tra i partecipanti al programma Ja-Ye questa percentuale sale al 52%.
Il 58% sostiene che nonostante i rischi di fallimento è utile portare avanti i propri progetti d’impresa. Le nazioni in cui si percepisce una particolare facilità nel dare vita a una nuova impresa sono, nell'ordine, Svezia, Finlandia, Norvegia, Ungheria e Regno Unito. Le nazioni che si distinguono per la fiducia dei giovani nelle loro capacità di dare vita a una nuova impresa sono Svezia, Serbia-Montenegro, Danimarca, Romania e Regno Unito.
Quanto ai Paesi in cui i giovani vorrebbero trasferirsi per dare vita a una nuova impresa, l'Italia (6%) è quinta dopo Stati Uniti (nettamente in testa con il 19%), Regno Unito (15%), Germania e Francia (7%). Ma il 79% crede che la performance economica europea migliorerà nei prossimi cinque anni.
Tra le strategie ritenute più importanti per lo sviluppo futuro dell'Europa vi sono: investimenti in ricerca e sviluppo, facilitazione della creazione d'impresa, uso più efficiente dell'energia, sviluppo delle infrastrutture di trasporto ed emersione dell'economia sommersa. Nel complesso, al dinamismo dei giovani est-europei si oppone il relativo pessimismo e il minor spirito di iniziativa degli europei occidentali, cui l’Italia non fa eccezione.