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Limiti tecnologici e culturali per l’ecommerce italiano

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Secondo una ricerca Cushman&Wakefield, il settore dell’ecommerce mondiale vive una fase molto positiva. Nell’ultimo triennio è cresciuto in media del 18%. La vendita al dettaglio digitale rappresenta il 4% sul giro d’affari generato dallo shopping “classico”: 579,9 miliardi di dollari contro i 14.587 del mercato complessivo nel 2012.

In Italia, il quadro è un po’ diverso, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti (vedi articolo sugli investimenti nell’ecommerce in Italia ). Nonostante gli indubbi sviluppi registrati negli ultimi anni, il commercio elettronico è un settore ancora poco sviluppato. Il nostro mercato, secondo la ricerca di Cushman&Wakefield, sarebbe per ampiezza molto promettente ma con qualche limite. Per dimensioni siamo infatti al decimo posto assoluto superando Paesi ben più grandi come per esempio Canada e Brasile.

Nonostante la crescita degli ultimi anni c’è ancora molto da fare. Siamo ancora al 28° posto (su 50) per sfruttamento e sviluppo del settore, addirittura dietro a Paesi come Cile, Malesia e Portogallo.

Secondo i parametri utilizzati da Cushman&Wakefield i problemi maggiori per il nostro Paese sarebbero di carattere informatico e culturale.

Ecommerce Italiano. I Numeri chiave. 

Noi italiani abbiamo ancora oggi una scarsa dimestichezza con i computer, con gli smartphone e in generale avremmo uno scarso livello di alfabetizzazione informatica che ci spingerebbe a fidarci poco dei servizi di vendita online. L’Italia non c’è nella classifica dei Paesi con più «alfabetizzati» digitali. Tutti i paesi scandinavi oscillano tra l’89 e il 94%.

L’aspetto culturale, ma anche quello demografico sono dei limiti che spiegano come mai in Italia funziona ancora lo shopping tradizionale, quello che consente il pagamento in contanti, che è una predilezione tutta italiana. Per la stessa ragione, la Russia, ottava nelle potenzialità di mercato, occupa il 41esimo posto nella solidità infrastrutturale. Ci sarebbero poi problemi di carattere infrastrutturale: le carte di credito in Italia sono ancora poco usate e la penetrazione informatica è ancora sotto la media Europea.

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