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Le olimpiadi aprono la strada al mercato cinese ai brand dello sportswear mondiale

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Le Olimpiadi ed i grandi eventi sportivi oltre a richiamare i valori sani di amicizia tra i popoli e scambio culturale, diventano molto spesso delle ghiotte occasioni di natura commerciale per i grandi brand dello sport.

Dietro ogni partecipante vi sono, infatti, degli sponsor e i grandi brand che, attraverso i loro investimenti, puntano ad incrementare la loro notorietà e, perché no, anche i loro business presso il grande pubblico.

Le Olimpiadi, rappresentano, tra tutti i grandi eventi sportivi, forse quelli più importanti insieme ai mondiali di calcio. Catalizzano l’attenzione del grande pubblico, ottengono un’esposizione mediatica imponente e mobilitano folle di persone, come sta dimostrando, in negativo, il percorso dei tedofori compiuto quest’anno in vista delle Olimpiadi di Pechino.

A correre già da parecchio tempo, in vista delle prossime olimpiadi, sono i grandi produttori di abbigliamento sportivo. Il direttore marketing del Comitato olimpico internazionale Gerhard Heiberg dice che le olimpiadi cinesi saranno il «più grosso successo commerciale del ventunesimo secolo».

E’ facile supporre, quindi, che grandi brand come Nike e Adidas che si contendono la leadership su scala mondiale, abbiano già approntato delle strategie di presidio delle olimpiadi. Il mercato cinese presenta nuove interessanti prospettive di business: mentre l’Europa ed il Vecchio Continente sono per l’abbigliamento sportivo dei mercati maturi, quello asiatico nel breve periodo continuerà a crescere con tassi che si aggireranno intorno al 15-20% l’anno. Le Olimpiadi sono quindi un evento da non mancare, un’opportunità unica per penetrare un mercato ancora molto chiuso e con una concorrenza locale già molto agguerrita. Marchi come Anta, Li Ning, Double, ancora sconosciuti da noi, spopolano in Cina e registrano veri e propri boom di vendite.

NIKE – La Nike è una multinazionale dello sport. Nel 2007 ha sfiorato un fatturato di 16,3 miliardi di dollari grazie ad una serie di brand di successo detenuti, da Converse Inc. (footwear, abbigliamento e accessori), a Cole Haan (abbigliamento di lusso, scarpe e accessori casual), a Exeter Brands Group LLC (footwear e abbigliamento sportivo) e Umbro PLC (storico brad del calcio). Nell'ultimo biennio l’azienda ha aperto nuovi negozi Cina, tra cui quello che si estende su una superficie di 13mila mq nel centro di Pechino. Charlie Denson ha assicurato: «in vista dei giochi di Pechino metteremo al sicuro la nostra leadership sul mercato cinese. Presto raggiungeremo un miliardo di dollari di vendite in questo paese, che sta per diventare il nostro secondo mercato dopo gli Stati Uniti». Dal punto di vista della comunicazione per le Olimpiadi la Nike non lascia trapelare alcuna informazione per garantire il massimo dell’effetto sorpresa. Di fatto vi è un messaggio enigmatico lanciato attraverso YouTube sulla rete che si sta diffondendo grazie ad un continuo passaparola tra gli utenti. Probabilmente il colosso americano punta a replicare l'operazione che aveva come protagonista il calciatore brasiliano Ronaldinho. Sul campo il campione tira, colpendo più volte la traversa senza che la palla tocchi terra. Uno spot che, tra internet ed i media tradizionali, è stato visto milioni di appassionati. Il gruppo Nike "sfrutterà fino in fondo l'energia dell'anno pari, pieno di sport con il lancio di prodotti specifici e innovativi e testimonial come il saltatore italiano, Andrew Howe o il giamaicano primatista dei 100 metri piani, Asafa Powel o del cestista K obe Bryant", racconta Andrea Rossi, nuovo General Manager di Nike Italy. L’obiettivo dei vertici “è sviluppare ancora di più la connessione con il pubblico, anche attraverso i media digitali, che tra i primi e da anni abbiamo utilizzato per la nostra comunicazione".

ADIDAS – Per far fronte all’eterna rivale, l’Adidas ha sborsato una cifra da capogiro per le Olimpiadi Pechino 2008 per diventare fornitore ufficiale dei giochi. Si parla di circa 72,5 milioni di euro per vestire le squadre cinesi e gli organizzatori, complessivamente circa 600mila persone con una visibilità che dovrebbe raggiungere un target di circa 4 miliardi di telespettatori. Una strategia che dovrebbe far crescere il business dell’Adidas in Cina, marchio che vanta già 3.000 punti vendita circa e che coltiva l’ambizione di arrivare a 5.000 entro il 2010. A questi si aggiungono 550 negozi Reebok, marchio acquistato dall’Adidas nel 2006 per 3 miliardi di euro. Con Reebok i tedeschi si sono assicurati Yao Ming, il gigante cinese del basket Nba, la stella degli Houston Rockets "uno dei cinesi più famosi, in patria e all’estero. Yao in Cina è una locomotiva incredibile".
Adidas punta a raggiungere un fatturato di 1,26 miliardi di euro entro il 2010 (fonte: Agenzia di marketig sportivo Zou), complici i giochi, ottenendo una buona posizione in Cina. In Giappone e in India è già leader; in Asia, il giro d’affari nel 2006 rappresentava un quinto delle vendite in tutto il mondo (circa 2 miliardi di euro), grazie ad un’ampia offerta di prodotti per il basket, il football e il golf, gli sport preferiti in Estremo Oriente. Gli ordini dell’Adidas stanno crescendo del 20% l’anno in quest'area e di questo passo dovrebbe superare Nike nel corso di quest’anno.

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