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Lavoro: i timori dei manager italiani

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Il mercato del lavoro è in tensione. Cassa integrazione e tagli al personale sono ormai diventati strumenti molto frequenti nel mondo imprenditoriale.

Non vi è attualmente alcuna risorsa al riparo dai rischi del momento. La poltrona traballa un po’ per tutti, anche per quadri e dirigenti, ovvero per i profili di vertice che solitamente sono immuni da tagli al personale.

E’ questo l’esito di un’indagine internazionale condotta dalla società di recruitment specializzato Robert Half, secondo la quale il 20% dei manager italiani è convinto che il proprio posto di lavoro sia oggi più a rischio rispetto a un anno fa, contro il 16% della media dei Paesi europei coinvolti nel sondaggio.

La ricerca, condotta in 11 Paesi europei su oltre 2.500 manager, tra cui 240 italiani, mostra peraltro che la quasi totalità degli intervistati (93%) è ottimista sul futuro delle proprie imprese: il 40% del campione italiano si dichiara infatti “molto fiducioso” nel miglioramento delle prospettive di crescita della propria azienda nei prossimi 12 mesi (contro il 19% della media europea e appena il 7% in Francia e il 6% in Spagna), mentre un ulteriore 53% è “abbastanza fiducioso”.

“I dati presentano una contraddizione soltanto apparente”, spiega Vittorio Villa, responsabile Robert Half International in Italia: “perché è vero che le prospettive economiche delle imprese stanno in molti casi migliorando, ma soltanto grazie a severi interventi di contenimento dei costi e molti manager temono di essere a loro volta coinvolti nei tagli quando sarà completata la riorganizzazione della propria azienda”.

Rispetto all’andamento dell’economia, invece, i manager prevedono tempi lunghi per la ripresa: ben il 62% degli intervistati ritiene che soltanto nel 2012 o negli anni successivi il sistema economico tornerà sui livelli del 2007, il 28% colloca la ripresa nel 2011 e soltanto il 10% nella seconda metà del 2010.

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