L’enfasi data al problema del funzionamento e dell’efficienza dell’apparato burocratico dal neoministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, potrebbe stimolare in tempi brevi all’adozione del VoIP. La PA ha già da tempo introdotto nuove piattaforme informatiche per potenziare i propri processi interni e di relazione con l’esterno (cittadini ed imprese, oltre che interazioni tra amministrazioni).
Lo scorso 19 giugno nel VOIP DAY 2008 organizzato da Avaya a Roma, presso l’Hotel Boscolo Exedra si è discusso di innovazione e modernizzazione dell’Amministrazione pubblica centrale e locale. Durante il convegno autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale hanno riflettuto sulle opportunità offerte dalle moderne tecnologie e, in particolare, del VoIP per l’Amministrazione.
Il VOIP, con le sue caratteristiche di flessibilità, interoperabilità, riduzione dei costi e convergenza è ideale per modernizzare e rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione.
Gianluca Attura, amministratore delegato di Avaya, promotore del VOIP DAY 2008 ritiene che il VOIP sia “sicurezza, efficacia e funzionalità, parametri importanti per un Paese come il nostro che con i suoi 5 operatori è il più importante esempio di penetrazione di telefonia mobile a livello internazionale. L’implementazione del VOIP potrà essere nella PA un traguardo storico. Web 2.0, larga banda, VAS mobile e IP networking possono diventare anche nella PA fattori di ricchezza, efficienza del personale e riduzione della spesa di almeno il 25%, nella comunicazione tra le amministrazioni (A2A), tra amministrazione e il mondo imprenditoriale (A2B) e tra l’amministrazione e i cittadini/clienti (A2C)”.
Per Giuseppe Bonacina di BT Italia “l’IP è un’opportunità grandissima, sia per la flessibilità che garantisce, che per la notevole produttività che ne deriva. Soprattutto un diverso modo di lavorare, sia a livello amministrativo che produttivo, con nuove procedure, una forte razionalizzazione dei processi e una notevole riduzione dell’impatto delle attività relative sull’ambiente. La possibilità di accesso libero e de-territorializzato che l’IP garantisce comporta una drastica riduzione della fisicità tipica del lavoro tradizionale, degli spostamenti casa-ufficio, del traffico, delle spese per il personale e per il mantenimento delle strutture. Oggi i nuovi processi si basano sulla cancellazione di queste voci e su investimenti in processi produttivi incentrati sul risparmio e sulla razionalizzazione degli stessi.”
Ma è bene tenere lontani i facili entusiami. Alberto Manelli dell’INEA, l’Istituto Nazionale di Economia Agraria, chiarisce che “una tecnologia, prima di trovar posto in una struttura particolare come la PA, deve essere consolidata e stabilizzata, altrimenti si rischia il rigetto e invece di un risparmio, uno spreco di denaro pubblico.” Una scelta molto delicata anche perché come sottolinea Luisa Franchina del Dipartimento Protezione Civile- Nucleo NBCR (Nucleare Biologico Chimico Radiologico): “quando c’è un’emergenza si deve poter comunicare in qualsiasi condizione e in ogni luogo ci si trovi. Questa è una prerogativa imprescindibile e la tecnologia può essere molto utile nell’innovazione dei servizi voice, ma a patto che sia semplice e stabile, cioè funzioni realmente, in condizione di interoperabilità reale”.
Come si può facilmente comprendere nonostante ci sia accordo sugli obiettivi da raggiungere (efficienza, integrazione e innovazione) non tutti sono allineati sulle scelte da compiere. E’ bene tener presente che la posta in gioco è alta. Se verranno adottati giusti provvedimenti e procedure di lavoro più moderne la Pubblica Amministrazione potrebbe ridurre i tempi e le distanze dai cittadini, soddisfare meglio le esigenze degli utenti e colmare il gap in termini di efficienza rispetto al resto d’Europa.