La Cina è una grande potenza economica che negli ultimi anni si è affacciata sullo scenario mondiale da protagonista. Ha dato forti scossoni all’economia mondiale immettendo un grande quantità di manodopera a costo molto più basso rispetto agli altri Paesi. Ha rivoluzionato molte delle logiche della produzione spingendo molte imprese alla delocalizzazione produttiva per mantenere alta la propria competitività. Pur rimanendo ancorata all'ideologia comunista, la Cina ha messo fine a decenni di isolamento, diventando, a seconda del punto di osservazione, un grande pericolo o un’incredibile opportunità.
Anche le imprese italiane, piccole e grandi, si stanno affacciando al mercato cinese con interesse, cercando di trovare in quella terra partner commerciali e nuove opportunità di business, anche sfruttando eventi di rilevanza internazionale ormai prossimi, i Giochi Olimpici e l'Expo di Shangai.
SETTORE AUTOMOBILISTICO – in questo settore domina tra le italiane, in maniera incontrastata, la Fiat che è in Cina dal 1986, presentandosi su questo difficile mercato con l'“Iveco” e in joint-venture con la cinese “Yuejin”, società che vanta 1.800 dipendenti nello stabilimento di Nanchino dove vengono prodotte due modelli, Palio e Perla.
AMBIENTE ED ECOLOGIA – le operazioni imprenditoriali a basso impatto ambientale iniziano a far presa sul mercato cinese. In questo ambito si stanno muovendo l’italiana “Italeco” che si occupa del monitoraggio dell’aria; a pulire i tracciati acquatici arrivano 150 imbarcazioni prodotte dalla sorrentina “Globeco”. La milanese “Global Engineering” è invece l’azienda italiana capofila dell’operazione “Cina pulita” che a Shangai punta a dar vita ad un’attività di pulizia a tutto campo, con processi di ecopittura e campagne antismog.
METALLURGIA – in questo settore si segnala il contributo dell’Ansaldo, storica azienda del panorama italiano, sbarcata in Cina nel 1997 e che oggi si occupa della segnaletica urbana e ferroviaria con un business da un miliardo di dollari.
ENERGIA – l’Eni è in altro dei colossi italiani presenti in Cina. Tre milioni di barili di petrolio e 52 miliardi di metri cubi di gas al giorno. Questi i key numbers di un’azienda che, arrivata in Cina fin dagli anni Sessanta, ha già tre filiali e fa parte di un consorzio formato da “China National Offshore” e “Chevron”. La Snamprogetti, invece, ha siglato in Cina 102 contratti milionari, uno dei quali consiste nella realizzazione del nuovo progetto fra Canton e Hong Kong.
COMPARTO ALIMENTARE – il made in Italy, si sa, è spesso associato alla cucina buona e soprattutto sana. Anche il comparto alimentare italiano è presente sulle tavole della ristorazione cinese con i suoi prodotti di punta: prosciutto, mortadelle e salsicce, ma anche vini siciliani e spumanti di Asti.
TURISMO – le relazioni commerciali tra Italia e Cina sono fondamentali per il rilancio del settore turistico italiano. Da alcune grandi città, prevalentemente Pechino, Shanghai e Canton, i cinesi partono alla volta delle capitali europee, orientandosi su una ricettività di alto livello (a quattro e cinque stelle). Un cinese in media spende per un viaggio all'estero circa 3000 dollaro. A rivelarlo è il giornale Hong Kong “China News” che sottolinea che i turisti cinesi spendono di più per i viaggi in Europa (in media 5.253 dollari) che in Asia (in media a 1.904 dollari). La Cina non può quindi che costituire un nuovo terreno fertile per raccogliere un nuovo bacino di clienti per il turismo nostrano, una terra in cui è fondamentale investire per promuovere e far conoscere le bellezze del Bel Paese.
Accanto ai colossi dell'economia italiana, si muovono tante altre realtà di piccole medie dimensioni che si stanno facendo largo nel mercato cinese, sfruttando gli appalti per gli imminenti Giochi Olimpici. Tra questi: