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Franchising: le prospettive per il 2010

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La ricerca qualitativa “Franchising: le aspettative per il 2010”di Assofranchising e IULM lascia intravedere un quadro di sostanziale tenuta e in alcuni casi anche di crescita.

Condotta in collaborazione con le maggiori insegne del franchising l’analisi “non ha ambizioni di rappresentatività statistica, ma solo di raccolta e sintesi delle opinioni di chi ha una visione di insieme sui trend che interessano i comparti più significativi del franchising. Le valutazioni non si riferiscono quindi all’andamento delle imprese contattate, ma alla loro visione sull’andamento complessivo del comparto in cui operano. Ai manager contattati è stato chiesto di esprimere una valutazione sintetica sulla chiusura del 2009, sull’andamento del primo trimestre 2010 e sulle attese per tutto il 2010 relativamente a fatturato, numero di insegne presenti, sviluppo della rete e addetti. E’ stata inoltre chiesta una valutazione, per il 2009, sulle dinamiche della rete nelle diverse aree del Paese.”

Luca Pellegrini, Professore Ordinario dell’Università IULM di Milano, che ha seguito la ricerca, segnala una situazione tendenzialmente positiva soprattutto per alcuni comparti. In generale si prevede una leggera crescita o stabilità nel 2010 per alcuni comparti in franchising, come la ristorazione, il turismo, l’abbigliamento, il real estate, l’intimo e i servizi specialistici, mentre un leggero calo è previsto per il settore alimentare.

Vediamo nel dettaglio la situazione nei diversi settori merceologici
– Ristorazione: chiude in positivo il 2009 ed apre il primo trimestre del 2010 in maniera altrettanto favorevole. Questa tendenza dovrebbe caratterizzare tutto il 2010: cresce leggermente il numero di insegne e parecchio la rete ed il personale. Nel Sud Italia nel 2009 rispetto ad altre aree si registra una crescita contenuta.
– Turismo: il 2009 è abbastanza stabile, mentre si registra una chiara inversione di tendenza positiva nel primo trimestre di quest’anno. Vi sono quindi aspettative di rafforzamento per il 2010: si prevede l’aumento del numero di insegne, dei punti vendita e degli addetti.
– Abbigliamento: il 2009 si è chiuso in modo stabile, anche se si è rilevata una riduzione di punti vendita nel Sud Italia. Nel primo trimestre 2010 si evidenzia una ripresa. Le attese per il 2010 sono moderatamente positive su tutto il territorio nazionale.
– Real estate: questo comparto ha chiuso negativamente il 2009. Evidente il calo anche nel primo trimestre 2010, anche se ci si attende un miglioramento per il resto dell’anno. Nel 2009 si sono ridotte le insegne, la rete e gli addetti ai lavori, tendenza che continua nel primo trimestre 2010, anche se meno accentuata con aspettative di trasformarsi in stabilità per l’anno. La riduzione della rete nel 2009 ha interessato prevalentemente il Centro – Sud Italia.
– Intimo e calzetteria: dopo la chiusura negativa nel 2009, con una diminuzione di insegne, reti e addetti, il comparto ha registrato una lieve ripresa nel I trimestre 2010. Le previsioni per l’anno in corso sono di sostanziale stabilità.
– Prodotti e servizi specialistici: archiviato un 2009 segnato da un evidente segno meno, nel comparto si registrano timidi segnali di inversione del trend nel 2010.
– Alimentare: il fatturato 2009 è rimasto sostanzialmente invariato. Le prospettive per il 2010 sono di leggero arretramento. Il numero delle insegne dovrebbe rimanere stabile, mentre rete ed addetti dovrebbero calare.

Tra i fattori che possono incidere sull’adamento del franchising vi sono:
– Banche e reti franchising: Fiorelli ha rivolto un appello agli istituti bancari che spesso rappresentano un collo di bottiglia per il finanziamento di franchisor e di franchisee. Per conoscere meglio il rapporto che intercorre tra il settore bancario e il mondo del franchising, Assofranchising ha commissionato una ricerca alla SDA Bocconi dalla quale sostanzialmente emerge il rischio di un dialogo tra sordi, dove da un lato la banca riconosce raramente al franchising una distintività seppure i numeri, i fatti e l’andamento del comparto siano una chiara testimonianza di vigore e dall’altro l’imprenditore che si aspetta strumenti mirati che realmente non ci sono.
– Istituzioni e reti franchising: a loro, che tendono a non considerare il franchising per le sue forti valenze produttive ed economiche Graziano Fiorelli ha chiesto maggiore attenzione per il destino incerto di Invitalia (ex Sviluppo Italia), uno dei pochi strumenti istituzionali di supporto al franchising e dei nuovi franchisee nelle Regioni disagiate del Mezzogiorno. Questo ente, nonostante la crisi ha contribuito ad istruire 2.740 pratiche di persone disoccupate di cui sono stati finanziati 617 punti vendita (222 nel commercio e 395 nei servizi) con positivi effetti sulla nuova occupazione per 1.234 addetti nel Sud Italia.

Graziano Fiorelli durante la Conferenza Nazionale del Franchising 2010 indica i 4 binari di crescita del franchising ovvero:
1. il rilancio dell’imprenditoria commerciale locale attraverso la nascita dei franchisee che si affiliano, che può rappresentare per alcuni settori, come l’alberghiero o le produzioni alimentari tipiche, un fattore decisivo per il loro rilancio;
2. la messa in relazione del sistema delle PMI di eccellenza con il franchising, che può rappresentare una componente di fondo per la competitività del nostro sistema d’impresa;
3. l’internazionalizzazione: i mercati esteri, tramite il franchising, come terreno di espansione della capacità e innovazione produttiva e commerciale italiana;
4. la formazione, che i primi tre unisce trasversalmente, e che rappresenta il substrato di partenza per poterli rendere effettivi.

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