Export delle PMI. Le piccole imprese italiane alla conquista del mondo

Export delle PMI. Le piccole imprese italiane alla conquista del mondo

Imprese di taglia small ma proiettate sui mercati mondiali: l’export delle PMI italiane  supera quello delle concorrenti più grandi (250-500 dipendenti), tanto che nei dieci settori più orientati alle esportazioni, il valore ha già superato i livelli pre-crisi. E’ qunato emerge dai dati diffusi dalla Fondazione Impresa su dati Istat. Viene così sfatato il luogo comune dei “piccoli” che stentano a decollare sui mercati mondiali.

La domanda interna debole e la recessione ormai acclarata spingono le imprese ad accelerare sull’internazionalizzazione.  Una conferma giunge anche da Gianfredo Comazzi, presidente di Federexport, la Federazione che riunisce i consorzi per l’export:.”Tutti i dati confermano ormai che le esportazioni restano l’unica ancora di salvezza, ma le piccole imprese spesso si sentono dimenticate e costrette a contare solo sulle proprie forze”.

I Numeri dell’Export delle PMI

E i risultati lasciano ben sperare. Le esportazioni delle piccole aziende hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 38 miliardi di euro, il 13,6% del totale italiano e contro i 34 miliardi realizzati dalle aziende più grandi.

Non sono da meno le imprese di dimensioni più piccole, quelle che hanno un numero di dipendenti fino a 10: contribuiscono ormai al 7% dell’export complessivo.  Dal 2008  dieci nicchie merceologiche, dove il contributo dell’export vale almeno il 30% del fatturato, hanno visto crescere le esportazioni del 2,5%, sfiorando i 7 miliardi di euro, oltre i livelli raggiunti prima della crisi.

Questi risultati sono ancora più positivi se letti in un contesto, quello del valore complessivo delle esportazioni italiane, che nello stesso arco temporale, è diminuito dello 0,9%.

I Dati del settore Fashion

Ancora più rilevante è stato l’incremento delle esportazioni di abbigliamento (vedi articolo sull’ecommerce del fashion).

  • L’abbigliamento in pelle è salito del ben +23,6%, raggiungendo 371 milioni di euro.
  • l’abbigliamento in pelliccia è cresciuto del +16,6% arrivando a 168 milioni.

Calano invece i prodotti in porcellana e ceramica (-17,8%) e le esportazioni di legno piallato (-12,7%). 

I Principali paesi che importano dalle PMI italiane

I Paesi europei sono le mete principali delle produzioni made in Italy. In 9 comparti su 10 la Francia compare tra le prime 3 destinazioni del Made in Italy. Naturalmente la destinazione varia in base al comparto.

  • I produttori di cuoio e pellicce, ad esempio, hanno fitte relazioni di scambio con Hong Kong, che assorbe il 12,1% delle esportazioni. Ed è forte anche il presidio del mercato in Romania (9,6%) e Cina (8,3%).
  • Oli e grassi vegetali e animali, invece, piacciono molto negli USA, dove arriva il 23,8% dell’export.
  • La Francia è paese di sbocco privilegiato per l’editoria (36,9%), gli articoli tessili confezionati (tranne l’abbigliamento), i prodotti in ceramica e porcellana e gli strumenti musicali.
  • È diretto in Svizzera il 13,6% delle esportazioni dei capi in pelle, mentre il legno piallato e tagliato guarda alla Gran Bretagna (15%).

Si orientano verso destinazioni più lontane

  • i settori dell’abbigliamento in pelliccia: guardano con molto interesse alla Russia (dove destina il 15,5% dell’export), Corea del Sud, Cina e Ucraina.
  • i prodotti per l’edilizia in terracotta: i Paesi del Golfo rappresentano in assoluto il primo mercato estero di sbocco. L’Arabia Saudita è prima con il 15,9%, seguita dagli Emirati Arabi Uniti (10,7%), Egitto, Libano e Giordania.

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Redazione