La crisi economica in Italia sta investendo circa 10 mila imprese di tutti i settori economici, colpendo all’incirca 362 mila lavoratori messi in cassa integrazione (fonte: Dipartimento Settori produttivi della Cgil).
Il Presidente dell'INPS, Antonio Mastrapasqua, il 7 gennaio 2009 nel corso della riunione dell'Unità di tutela per l'occupazione, ha reso noto i dati ufficiali sull’andamento della cassa integrazione nel 2008: nell’anno appena terminato i trattamenti totali di cassa integrazione sono aumentati del 24,56% rispetto al 2007 (la cassa integrazione ordinaria è salita in media tra gennaio e dicembre del 96,84%, quella straordinaria solo dell’1,24%) con una repentina accelerata nel mese di Dicembre, quando si è registrato un +110,28% rispetto a dicembre.
Si tratta di cifre allarmanti, che ben fotografano le difficoltà attuali della nostra economia che, già nel I semestre del 2008, ovvero prima dell’inizio della crisi internazionale, aveva mostrato i primi segnali di cedimento. Tra gennaio e giugno 2008, infatti, l’Inps aveva rilevato un incremento del ricorso alla cassa integrazione (+5,74%) sia ordinaria (+15,41% con un totale di circa 25 milioni e 700mila ore) che straordinaria (+1,59% pari a circa 53 milioni di ore) ed una preoccupante inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni, quando il ricorso alla Cassa Integrazione era in costante calo.
Questa ondata di crisi, con conseguente licenziamento dei lavoratori, non sta risparmiando neanche settori come quello dei Call Center che sembravano un vero e proprio serbatoio di posti di lavoro. Si susseguono i primi campanelli d’allarme come quello di Almaviva che ha chiesto la cassa integrazione per più di 1.000 lavoratori, Omnia Network che annuncia la chiusura di alcune delle sue sedi o Comdata che ha annunciato 150 esuberi; tutte realtà molto importanti che stanno subendo in maniera più o meno marcata gli effetti della crisi. In questo contesto sembra muoversi controcorrente Transcom Worldwide, multinazionale specializzata in servizi di CRM, che ha vissuto un buon 2008.
“Abbiamo un piano di sviluppo già definito.” Ci conferma il Dott. Roberto Boggio, Direttore Generale di Transcom Worldwide “Intendiamo portarlo avanti nonostante le difficoltà del mercato. Soffriamo anche noi per via di commesse in bilico e clienti costretti a contenere, se non a cancellare gli investimenti in Customer Management Relationship, ma non intendiamo mollare. La qualità dei servizi e la diversificazione delle attività ci aiuteranno a contrastare la crisi in atto e su questo siamo certi di poter contare su tutte le nostre persone.”
Un esempio su tutti di come Transcom Italia sta affrontando le difficoltà viene dal call center dell’Aquila, una delle 7 sedi presenti in Italia che conta circa 400 dipendenti a tempo indeterminato, sui complessivi 2.000 che lavorano in Italia. “Nonostante abbiamo ricevuto in questi giorni la disdetta di un contratto, abbiamo deciso di non fare ricorso alle procedure del caso, ma di ricollocare tutti i lavoratori risultati in esubero verso altre attività” prosegue il Dott. Roberto Boggio. “Questo è il nostro stile ed in questo senso sarebbe opportuno che anche alcune sigle sindacali rivedano il loro modo di operare, garantendo i diritti dei loro lavoratori senza colpevolizzare oltremodo le imprese che in questo momento stanno facendo i salti mortali per garantire lo stipendio a tutti. E’ una questione di responsabilità a cui tutti siamo chiamati."
A conferma di una contrapposizione che sembra più ideologica che a garanzia dei diritti dei lavoratori c’è stato lo sciopero indetto dalla sola UGL per lunedì 26 Gennaio. Come al solito diversa l’interpretazione delle adesione dove da un lato il Segretario Provinciale di UGL Piero Peretti parla di adesione tra il 60% e il 70%, mentre TRANSCOM comunica in un breve nota che “allo sciopero hanno aderito solo in 29 dei circa 400 dipendenti della sede dell’Aquila".