E’ Google l’azienda preferita degli studenti Italiani. Universum, gruppo mondiale leader nel campo dell’employer branding, rende noti i risultati della ricerca annuale sulle aziende per cui sognano di lavorare gli studenti italiani.
La ricerca è stata condotta su un campione di 8.560 studenti delle facoltà di economia, Ingegneria/informatica e Scienze Naturali. Ogni studente partecipa alla ricerca scegliendo i suoi datori di lavoro ideali tra un elenco di 130 aziende. La classifica dei “datori di lavoro ideali” misura l’attratività di queste aziende e organizzazioni nel mercato del lavoro.
Google supera Ferrari
Per la prima volta dal 2008, Ferrari non è più l’azienda ideale per gli universitari italiani. A prendere il suo posto è Google, l’internet company ed azienda della conoscenza.
Oltre all’azienda di Maranello, ad essere coinvolte nel trend di calo sono anche altri marchi tipicamente Made in Italy. Fiat e Ducati, infatti, registrano un forte calo di attrattività con ogni probabilità legato ad una perdita di competitività del comparto Automotive.
Nella classifica degli studenti di economia, UniCredit rimane saldamente al comando, come nel 2010. In seconda e terza posizione troviamo Intesa San Paolo e Google (in grande crescita), quest’ultima terza azienda preferita dagli studenti di economia, ma in assoluto la prima azienda più ambita dove lavorebbero tra gli studenti italiani nel 2011.
Davide Scialpi, Senior Consultant di Universum in Italia, commenta così la classifica di quest’anno: “gli studenti di economia sembrano orientare le proprie scelte occupazionali basandosi sulla reputazione aziendale e le prospettive di guadagni futuri offerte dai datore di lavoro.
Crescita veloce, esperienze con taglio imprenditoriale e ambiente di lavoro dinamico sono inoltre nell’agenda delle priorità di carriera di questi studenti. Laureandosi più tardi, gli Ingegneri cercano invece salari competitivi e rapide promozioni fin da subito. Le aziende più ambite sono quelle che erogano servizi. Le cosiddette aziende dell’intangibile. Si registra una perdita d’interesse verso la produzione industriale come possibile destinazione di occupazione. Ad eccezione dei brand del lusso che continuano a far registrare un forte appealing tra gli studenti italiani”.