Capire quale sia la percezione e la considerazione che gli imprenditori hanno del fare impresa sono stati gli obiettivi di una ricerca Gfk Eurisko, commissionata da Confindustria e articolata su un campione di associati, di piccoli e medi imprenditori e di cittadini non operanti nel settore.
L’indagine ha evidenziato come la cultura d’impresa sia ritenuta fondamentale per la maggioranza della classe dirigente industriale, anche se non molto presente nell’immaginario dei cittadini (solo il 38% sa di cosa si parla, e il 43% dei piccoli e medi imprenditori). Quasi tutti gli interpellati però sono convinti che manchi nel nostro Paese un’adeguata cultura d’impresa.
Per la maggior parte degli imprenditori “cultura d’impresa” significa creatività, innovazione, capacità di integrarsi in modo consapevole nel sistema economico-sociale, capacità di farsi carico di altri obiettivi oltre al profitto.
Persone, la ricerca e l’innovazione: sono i fattori ritenuti strategici per la crescita della cultura imprenditoriale dagli imprenditori. La politica è ritenuta un freno alla sua crescita.
La cultura d’impresa dovrebbe crescere prevalentemente nella pubblica amministrazione, nella politica e nei partiti.
Per accrescere la cultura d’impresa è necessario: ridurre la burocrazia, promuovere l’innovazione e la cultura professionale, favorire la formazione, eliminare gli intrecci perversi con la politica, sviluppare il rigore e l’etica negli affari, promuovere una vera cultura del merito. Fondamentale è ritenuta la collaborazione delle imprese con tutti i centri di ricerca.
La ricetta per le aziende di nuova generazione sono in sintesi, comunicare meglio e valorizzare al massimo l’identità delle impresa e i suoi valori; fare al meglio il proprio lavoro quotidiano, puntare su giovani.