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Com'è Bravo il blog della Fiat

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Chi è che al giorno d'oggi non ha un blog? Attori, cantanti, giornalisti, politici, persone comuni, tutti ormai hanno un diario on line. E ora ad avercelo è anche un'automobile.

Già, perché la Fiat ha deciso di affidarsi ad uno tra gli strumenti più trendy e diffusi del Web per lanciare una delle sue ultime creature, la Bravo (nei concessionari da febbraio). Così, dallo scorso 19 dicembre, all'indirizzo www.quellichebravo.it, due responsabili marketing dell'azienda torinese e due esperti di comunicazione raccontano come sta nascendo la Bravo. L'obiettivo del blog è riassunto nel primo post del diario affidato a Luca De Meo, responsabile brand di Fiat.

«Ci è venuto in mente che molte persone, amanti delle automobili e no, potessero essere interessate a scoprire come nasce oggi un'automobile in Fiat Auto, quali sono le fasi del processo di progettazione, dai bozzetti del nostro Centro Stile, fino alla produzione della prima scocca nello stabilimento di Cassino. Quindi, perché non aprire le porte dell'azienda, mostrare i volti e i pensieri delle persone che vi lavorano?». Quello della Fiat non è un caso isolato.

«Molte aziende hanno capito che una comunicazione basata sul monologo (tipica della pubblicità, per esempio, ndr) non è incisiva come una incentrata sul dialogo, dove è possibile parlare con i clienti in modo più trasparente», spiega Mauro Lupi, presidente di Ad Maiora, società specializzata nella realizzazione di diari on line aziendali. Per questo sia all'estero sia in Italia i cosiddetti corporate blog sono in rapida espansione. Tra i più celebri quello di Ducati, Desmoblog (blog.ducati.com) tenuto direttamente dall'amministratore delegato, Federico Minoli, il quale risponde ai commenti lasciati nei post, a volte contattando telefonicamente i visitatori.

Altri diari aziendali di successo sono quelli della Playstation Sony (blog.playstationplanet.it/) curato da Maurizio Quinavalle, e di Samsung Italia (www.samsung-italia.net) il cui sito ha abbandonato l'area comunicati stampa per informare i giornalisti sui nuovi prodotti attraverso un diario on line. C'è poi "Capelli da accarezzare" (www.capellidaccarezzare.com), sponsorizzato da Nivea, dove il "train hair" Gianni offre consigli sulla cura dei capelli senza promuovere direttamente prodotti della casa tedesca. Ma il corporate blogging, oltre a migliorare la comunicazione verso l'esterno, aiuta anche a facilitare la comunicazione interna.

Un caso emblematico è quello di Sun: visitando la pagina blogs.sun.com si può trovare l'indice delle centinaia di blog che i lavoratori dell'azienda hi-tech statunitense (dall'amministratore delegato all'usciere) aggiornano quotidianamente con notizie sia leggere, sia serie (il numero uno Jonathan Schwartz ha per esempio spiegato la motivazione del taglio di 5 mila dipendenti): in questo modo, dicono alla Sun, sono riusciti a migliorare il lavoro del dipartimento delle relazione pubbliche di dieci volte.

«Qualunque sia la natura del blog aziendale (rivolto ai clienti, ai colleghi o a tutti e due, ndr) non si deve pensare che un diario on line possa aumentare le vendite della propria azienda: è "solo" uno strumento di comunicazione e d'immagine», continua Lupi: «Occorre, poi, seguire alcune piccole regole: dai post deve trasparire passione per quello che si fa: un blog freddo difficilmente ha successo; il linguaggio deve essere colloquiale e, se si riesce, bisogna tenere aperti i commenti. Tanto, chi ha intenzione di criticare un prodotto o un'azienda, su Internet un posto lo trova sempre».

tratto da L'Espresso – www.espressonline.it  

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