Riceviamo e pubblichiamo con piacere un contributo sul ruolo dei manager oggi e sulla valorizzazione del personale inviatoci dall’Ing. Aurelio Franco (Resp. Ponti Radio Direzione Rete Area Centro Vodafone Italia).
Mi sono sempre chiesto se fosse più giusto parlare di “risorse umane”, “capitale umano” o più semplicemente “persone”. Ritengo si tratti non solo di una diatriba dialettica o linguistica ma di una differente visione nei confronti di chi collabora con noi ogni giorno.
Sono convinto che il compito più difficile del manager che gestisce un certo numero di persone non sia tanto il raggiungimento dei target sempre più sfidanti o il rispetto del budget, quanto la capacità di far esprimere, far crescere e motivare le persone, vero capitale dell’azienda. Invece impieghiamo la maggior parte del nostro tempo nell’analisi di report, nel rispondere al capo, nell’inventarsi l’impossibile pur di raggiungere il “target”.
Sicuramente il raggiungimento degli obiettivi è “conditio sine qua non” per poter essere bravi manager, però spesso dimentichiamo o non abbiamo il tempo per dedicarci ad altro. Un esercizio molto interessante suggerito da consulenti di formazione manageriale è quello di stilare una lista, in ordine di priorità, dei collaboratori che riteniamo più in gamba e scrivere accanto ad ogni nome il tempo che, durante la giornata, dedichiamo ad ognuno di loro. E’ fondamentale, quindi, che il manager sia supportato, come nel caso di Vodafone, da una formazione adeguata che gli permetta di valorizzare la sua crescita e, conseguentemente, quella dei suoi collaboratori. Creare nel manager una forma mentis legata alle persone, oltre che ai suoi obiettivi aziendali, è un must di quelle aziende che vogliono veramente andare avanti.
Crescere ed innovare, infatti, è la medicina riconosciuta universalmente per restare sul mercato e difendersi dalle mille insidie derivanti dalla globalizzazione e dall’introduzione di una quantità inverosimile di manodopera; mi riferisco, naturalmente, alla manodopera cinese ed indiana che ha apportato non pochi cambiamenti negli equilibri dei mercati internazionali. La crescita prevede anche e soprattutto la formazione delle persone, perché dire che un’azienda è cresciuta vuol dire che le persone che la compongono sono cresciute in competenze, adeguamento al mercato, ecc. Ma per quanto riguarda la crescita sussiste una contraddizione: la formazione delle persone, ovvero del capitale dell’azienda, costituisce un costo per l’azienda piuttosto che un investimento.
Fin quando si ragionerà secondo tali schemi, si considererà la formazione una spesa e, quindi, le stesse aziende tenderanno a porre un freno ai costi associati. Pertanto solo quelle aziende che fanno delle persone un valore, investendo continuamente in quello che costituisce il capitale maggiore dell’azienda, riescono ad inanellare successi sempre maggiori.
E’ sicuramente questa una delle ragioni del successo di aziende come Vodafone, considerare i propri collaboratori come persone, investire senza porsi problemi nella formazione a tutti i livelli, credere nel binomio crescita-persone. Probabilmente, anzi sicuramente non tutte le aziende hanno un tale approccio nei confronti della formazione e probabilmente questo è il motivo per il quale assistiamo a declini d’aziende anche di un certo rilievo. Scusate, ma adesso vi devo lasciare, devo controllare i numeri di target di questo mese …