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Campioni di spot

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Ivan Gattuso, detto "Ringhio", dopo la vittoria dei mondiali è il vincitore morale in ambito media e pubblicità. E il trionfo tedesco si è ben presto trasformato per l’allegra combriccola italiana in un’incredibile impennata del valore commerciale della propria immagine. «Più che raddoppiato», conferma l’agente Andrea D'Amico. Basti pensare che prima dell’inizio dei Mondiali, il milanista aveva un “modesto” contratto di 60 mila euro con Dolce e Gabbana per posare in mutande nello spogliatoio insieme ad altri compagni.

«Ora riceviamo in media un paio di proposte pubblicitarie alla settimana». Seguono nella classifica degli azzurri più richiesti Cannavaro, neo pallone d’oro, e Materazzi, l’interista diventato ancora più famoso grazie al deplorevole episodio che lo ha visto protagonista insieme a Zinedine Zidane.

Materazzi supera quasi Totti e Del Piero che, prima di Germania 2006, erano i calciatori italiani più noti, richiesti e pagati. I due numeri 10 raccoglievano insieme il 65% degli introiti da spot. Grazie ai suoi gol, ma soprattutto a Zidane, quello di Marco Materazzi è oggi il nome più presente sul Web fra tutti e 23 gli azzurri: un milione e 680 mila pagine su Google, universale termometro di popolarità.

La scena della testata francese ha fatto il giro del mondo ed è pronta per entrare nel presepe, immortalata in terracotta dagli artigiani napoletani sulle bancarelle di San Gregorio Armeno. Sul sito ufficiale di Fabio Cannavaro c'è perfino un form per le aziende interessate a ingaggiarlo come testimonial. La vittoria di Berlino ha fatto crescere i cachet dei calciatori per sponsorizzazioni mediamente del 30% (fonte: www.sporteconomy.it). E’ giusto però parlare di valori medi e di fare dei distinguo.

«Un bel personaggio come Fabio Grosso – dice l'esperto di marketing sportivo Roberto Ghirettim titolare dell'omonimo studio parmigiano – non si vede in giro. Molti azzurri, specie i più giovani, non hanno accanto figure professionali in grado di proporli e commercializzarli al meglio. O si accontentano di molto poco o i loro agenti sparano richieste tanto assurde da far passare la voglia ai potenziali clienti». Per i meno mediatici della compagnia di Lippi, resta un premio di consolazione di 240 mila euro per la vittoria, cui si sommano i tanti omaggi degli sponsor (una moto Mv Agusta 910 R, un set di valigie, un orologio, un biglietto aereo andata e ritorno per New York e un home thcatre da 10 mila euro, solo per citare alcuni regali). Bravi dunque i calciatori che hanno saputo cavalcare l’onda del loro successo, bravi più della Federcalcio italiana che non ha saputo monetizzare in maniera adeguata il successo. Nonostante il successo italiano ai Mondiali, la Football Association inglese resta la più ricca d'Furopa (59 milioni di euro introitati dai partner commerciali), contro i 42 milioni circa della Figc. Puma, fornitore ufficiale della Nazionale, prevede un incremento delle vendite del 35% a fine 2006, con tutti i limiti imposti dagli sponsor personali di ogni giocatore; Volkswagen, vettura ufficiale della Nazionale, ha dovuto assistere impotente agli spot Fiat con gli juventini Buffon, Del Piero, Cannavaro e Zambrotta. Nike ha lanciato la campagna "Produit en Italie" coi suoi 7 uomini d'oro, stampando una bella serie di manifesti in grafica anni ‘50 che pubblicizzano gli armadi Materazzi, gli strumenti di precisione Pirlo, la coppa gelato Cannavaro, il caffè espresso Zambrotta, i motocicli Zaccardo, la pasta Gattuso e le pere Iaquinta.

Stesso discorso per la telefonia: Tim è sponsor della Nazionale, ma è Vodafone la vincitrice morale insieme ai suoi testimonial Totti e Gattuso.

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