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Bene l'Italia nelle relazioni commerciali con L'Europa

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Buone le performnces registrate dal nostro Paese nei primi mesi del 2007. Un risultato frutto dell'impegno delle nostre autorità e della volontà delle imprese di competere puntando su qualità ed innovazione.

I dati relativi alle esportazioni diffusi dall'Istat sono stati commentati dal Ministro Emma Bonino, Ministro per il Commercio Internazionale e per le Politiche Europee: "nei primi nove mesi del 2007 le esportazioni verso la Ue mantengono un tasso di crescita (+11,2%) superiore a quello delle importazioni (+7,4%) permettendo un surplus commerciale verso i Paesi partner di 5,4 miliardi di euro, in netto miglioramento rispetto ai 17 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. È ancora un segnale di ripresa, espressione dell’industria italiana che ha riconquistato il suo principale mercato, quello europeo, dove è destinato oltre il 55% del nostro export".

"I tassi di crescita dell’export verso i principali partner europei si mantengono nei primi nove mesi del 2007 su valori decisamente positivi – ha proseguito in quella stessa occasione il Ministro – dall’8,4% della Francia a circa il 15% della Spagna. Questi risultati consentono un miglioramento di oltre un miliardo di euro nei saldi commerciali registrati nei confronti di Francia, Regno Unito e Spagna".

Proseguono i risultati straordinari sui mercati dell’Europa centrorientale con crescite cumulate di oltre il 30% nei primi nove mesi verso la Lettonia e la Lituania e oltre il 20% verso la Repubblica Ceca, l’Estonia, la Polonia, la Slovacchia e la Slovenia.

"A trainare il nostro export è l’interscambio commerciale manifatturiero cresciuto nei primi nove mesi dell’11,3%, tra cui spiccano gli aumenti dei prodotti in metallo (+20,7%), delle macchine-apparecchi (+14,7%) e dei mobili (+9,1%). Dopo l’approvazione in via definiva della finanziaria si renderanno disponibili risorse per la promozione più ingenti che negli anni passati, non solo per continuare a sostenere la crescita sui mercati emergenti ma anche per contrastare l’effetto di rallentamento che potrebbe derivare da fattori valutari o da contrazioni dei trend di consumo su altri grandi mercati come Stati Uniti e Giappone".

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