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Il Turismo italiano ancora poco competitivo

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Il rapporto "Travel and Tourism Competitiveness" diffuso dal World Economic Forum (WEF) rivela che la Svizzera, anche quest’anno, è leader incontrastata nel settore turismo. La inseguono Austria e Germania, mentre l’Italia è ancora in deciso affanno, occupando solo la 28esima posizione. Nonostante sia il Paese con il maggior numero di siti inclusi nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco e dotata di ''eccellenti'' infrastrutture turistiche (IV in classifica per questo parametro), l'Italia è penalizzata dai pessimi voti ottenuti in relazione alla Competitività dei prezzi per Viaggio e Turismo (124) e per la sostenibilità dello sviluppo dell'industria turistica (113).

Tra le voci in cui l’Italia decisamente non brilla vi sono le “Politiche e regolamentazioni” (57/a posizione), le fortissime restrizioni alla proprietà straniera (102/a) e le regole relative agli investimenti diretti (109/a).

“Inoltre – spiega il Wef – il governo italiano non sembra considerare il settore Viaggi e Turismo prioritario (97/a). Il Wef sottolinea anche il necessario ammodernamento delle infrastrutture dei trasporti terrestri (40/a) e alcune preoccupazioni legate alla sicurezza (81/a). Complessivamente nel 2007 gli alberghi italiani hanno registrato 248,4 milioni di presenze con un aumento dello 0,1% rispetto al 2006. Ma il saldo attivo è in perdita di quasi un miliardo di euro. È il bilancio tracciato oggi da Confturismo, l'organismo di rappresentanza del settore turistico in Italia.”

Il Presidente di Confturismo-Confcommercio Bernabò Bocca ha spiegato che il risultato raggiunto dal Turismo Italiano indica uno stato di "assoluta stagnazione del mercato, aggravato da una perdita di quasi 1 miliardo di euro nel saldo attivo registrato dalle spese turistiche degli italiani all'estero e degli stranieri in Italia".

I pernottamenti degli stranieri sono cresciuti dell'1,5% passando dai 107,8 milioni del 2006 a 109,5 milioni del 2007; quelli degli italiani sono diminuiti dell'1,1% passando dai 140,4 milioni del 2006 ai 138,9 milioni del 2007. Bocca sostiene che la crescita degli stranieri "conferma la competitività del nostro sistema turismo" mentre la diminuzione degli italiani "sottolinea le difficoltà di liquidità" e va quindi collegata alla difficile situazione economica che il nostro Paese sta attraversando. L’Italia deve trovare nuova competitività e può farlo solamente se il nuovo Governo "saprà riallineare l'Iva del turismo ai Paesi nostri competitors, offrire infrastrutture adeguate alle esigenze turistiche dell'Italia e garantire una maggiore flessibilità del mondo del lavoro". Il Wef incita pertanto il Governo italiano a puntare di più sul settore Viaggi e Turismo, ad ammodernare le infrastrutture dei trasporti terrestri (40/a) e ad investire nella sicurezza (81/a).

Soddisfacenti sono invece i voti per le 'Risorse culturali' (8/a), il livello di 'Igiene e salute' (19/a) ed è addirittura prima per la presenza di compagnie per il noleggio di vetture. Da questi elementi e dalle formule turistiche più apprezzate potremme ripartire il Turismo "made in Italy", soprattutto località termali e del benessere, le tipologie più gettonate (la crescita di questo segmento è stato nel 2007 del 2,1%) e preferite dagli stranieri (+5,6%) più che dagli italiani (-0,1%). Altrettanto interessanti sono le prospettive di crescita delle città d'affari, cresciute dell’1,6% (+3,7% di italiani vs. -4,6% degli stranieri), mentre risulta fondamentale investire per il rilancio delle località d'arte che nello stesso periodo hanno registrato un leggero calo (-1%) soprattutto di domanda turistica italiana (-5,5% v. +2% di quella straniera).

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