In un contesto economico come quello attuale, in cui la flessibilità o precarietà diventa sempre più un fattore di successo, i ruoli manageriali dovrebbero essere (….in realtà in Italia non è sempre così) i primi ad essere sottoposti a continue verifiche e nei casi estremi a sostituzione.
Le recenti vicende Alitalia o Lemahan Brother negli Stati Uniti, con manager liquidati con cifre astronomiche nonostante i risultati aziendali siano stati tutt’altro che brillanti, dimostrano come la meritocrazia e il raggiungimento degli obiettivi sia una criticità non solo della Pubblica Amministrazione ma anche delle imprese private. Per questo, dopo l’affermarsi dei Temporary Manager, in cui il tempo era la variabile discriminante per valutare il lavoro dei dirigenti aziendali; oggi, di fronte ad un futuro economico con molti punti interrogativi, diventa l’obiettivo, il traguardo, il risultato elemento principale richiesto ai dirigenti.
Con i Forecast Manager, o “manager ad obiettivo”, il loro operato può essere valutato attraverso l’analisi di performance aziendali misurabili e sfidanti come fatturato, quote di mercato, utile o tempi di sviluppo di una rete commerciale, ecc. In particolare nell’area marketing e vendite il ricorso a figure interne o esterne focalizzate su un unico obiettivo di Business diventa sempre più ricorrente per uscire da periodi di crisi o per realizzare start up complesse.
Ovviamente, i manager ad obiettivo, per massimizzare i risultati devono essere inseriti in un contesto aziendale più ampio; devono essere supportati e seguiti dalla proprietà e dalle funzioni di staff. Un ulteriore elemento di differenziazione di queste nuove figure professionali, sta nella retribuzione che deve essere commisurata ai risultati sia quando le cose vanno bene (stock option e premi di risultato) che quando vanno male (…senza buonuscite faraoniche o paracadute di alcun genere).